Collezionismo

Da “oggetto di passione” le collezioni, negli ultimi anni, hanno assunto sempre più le vesti di un asset di investimento del mercato contemporaneo, rendendo incalzante l’esigenza di un’accorta programmazione di un patrimonio dal valore, economico ed affettivo, costruito nel tempo con fatica, dedizione e competenza.

L’interesse sotteso è duplice:

1. il mantenimento della continuità storica di valore e l’unitarietà di gestione nel lungo periodo dei beni formanti la collezione;
2. la tutela dei beni in ottica di trasmissione agli eredi del collezionista, affinché possano beneficiare e continuare a godere della collezione (e magari migliorarla/aumentarla).

La risposta giuridica che soddisfa, nella maniera più efficiente, questo complesso di esigenze è da rinvenirsi nel Trust.

L’istituzione di un Trust, indipendentemente dalla tipologia dei beni contenuti nella collezione, consente:

1. la protezione e la gestione della collezione, senza esporla a eventuali rischi professionali o imprenditoriali, rendendola insensibile agli eventi personali e legali del Disponente-Collezionista e dei Beneficiari, oltre che ovviamente del Trustee;
2. una programmazione “sartoriale” da parte del Disponente della gestione della propria collezione, anche dopo la sua morte, formalizzata analiticamente nell’atto istitutivo di Trust.
Il Collezionista può programmare: (i) politiche di investimento/disinvestimento che consentano una crescita strategica e pianificata della sua collezione; (ii) la creazione di spazi dedicati nei quali collocare le opere collezionate, stabilendone termini e modalità, per consentirne una fruizione pubblica, oltre che privata; (iii) la partecipazione ad eventi espositivi, mostre, gallerie al fine di favorire la diffusione della collezione a favore della collettività; (iv) l’impiego del ricavato derivante dall’attività espositiva per mantenere e restaurare le singole opere; (v) la distribuzione di una “rendita” a vantaggio dei Beneficiari, (anche) in funzione del ruolo operativo svolto in relazione alla collezione;
3. la tutela dell’anonimato e la segretezza della collezione. Ad esempio, la collezione può essere esposta nelle mostre a nome del Trust, con piena riservatezza del Disponente e dei Beneficiari;
4. la gestione unitaria della collezione e, di conseguenza, la conservazione del suo valore economico complessivo anche ai fini della trasmissione futura, diventando il Trustee l’unico proprietario dei beni facenti parte della collezione ed essendo vincolato ad agire secondo le regole predisposte dal collezionista nell’atto istitutivo di Trust;
5. la destinazione unitaria post mortem della collezione in ambito familiare, assicurando la continuità con le generazioni future (o in funzione di uno scopo determinato). Il Trust evita che quegli eredi disinteressati alla cura della collezione ne entrino in possesso con il solo obiettivo di monetizzazione, consentendo al Collezionista stesso di individuare specificamente i destinatari dei suoi beni da collezione tra coloro che siano effettivamente desiderosi di proseguire il suo operato, stabilendo tempi, condizioni e modalità di assegnazione.

Emy Trustee, proprio in tema di collezionismo, offre un’importante expertise in relazione ai TRUST PER COLLEZIONISTI, assistendo collezionisti soprattutto di veicoli d’epoca nell’istituzione del loro Trust a protezione, gestione e trasmissione della loro collezione.

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